La bicicletta ...

"La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta"
Ivan Illich "elogio della bicicletta"

giovedì 25 giugno 2020

28 GIUGNO PEDALATA IN GIALLO

Domanica 28 Giugno, approfittando del lungomare pedonalizzato della #domenicainbici promossa dal Comune di Livorno , il Coordinamento Mobilità Sostenibile, del quale Fiab Livorno fa parte,  invita i cittadini a partecipare ad una pedalata con musica. Bastano una bici e qualcosa di giallo.
RITROVO ORE 10 GAZEBO TERRAZZA MASCAGNI
Il Coordinamento promuove l'iniziativa della Consulta di Bologna #andràtuttinbici per favorire l'uso della bici negli spostamenti quotidiani come mezzo sicuro e sostenibile.

L'evento e la campagna #andràtuttinbici  sono organizzati anche grazie al contributo di: Ardenza Bike, Plebe srl, Bici All'origine, Bike Store, TuttoBike

La pedalata sarà festosa, ma avrà anche alcuni momenti di raccoglimento, per ricordare le vittime della strada, e di riflessione per sensibilizzare i cittadini e le Istituzioni al problema della mobilità per i disabili permanenti/temporanei.

Evento gratuito a partecipazione spontanea. Gli organizzatori si sollevano da responsabilità civili o penali in caso di infortuni o incidenti durante il percorso. I partecipanti sono tenuti a rispettare le norme di prevenzione COVID-19 così come previsto dalle normative.

giovedì 7 maggio 2020

COME E' BELLA LIVORNO ALLEGGERITA DALLE AUTO. E' C'E' PIU' SICUREZZA A PIEDI E IN BICICLETTA.


Di Luca Difonzo. Pubblicato sul quotidiano IL TIRRENO di oggi.

Sfiniti da due mesi di quarantena appena è stato possibile abbiamo indossato le nostre mascherine e siamo corsi fuori dalle nostre case. Con le auto ancora in Lockdown eravamo tutti a piedi o in sella alla nostra in bicicletta. Così, almeno nei giorni di Festa, abbiamo potuto apprezzare la straordinaria bellezza della città alleggerita da auto e motorini in movimento. Prova ne è il grande successo ottenuto del referendum promosso dal Tirreno per la pedonalizzazione del lungomare Livornese. Ecco che, magicamente, i marciapiedi ci sono apparsi troppo stretti e le piste ciclabili inconsistenti. Abbiamo scoperto che tutto sommato la città non è così grande e che, anche se arrugginiti da troppo divano, la si può attraversare sia a piedi che in sella ad una bici, in poco tempo, meno che con l’auto, sempre in coda ed in cerca di parcheggio.  Ci siamo purtroppo anche accorti che i disabili sono e rimangono in quarantena da sempre perché per loro è impossibile spostarsi in questi angusti e malmessi spazi pieni di automobili e gradini.
Stiamo combattendo e vincendo una gravissima crisi sanitaria che ha colpito il nostro paese più degli altri. La stiamo superando grazie al fatto che siamo più disciplinati di quanto ci dipingono, che siamo addirittura disposti a mettere da parte le nostre libertà personali pur di fare squadra. Non siamo svizzeri, siamo meglio degli svizzeri.
Non è colpa nostra se non ci avevano spiegato un'altra gravissima crisi sanitaria che da decenni fa un numero spropositato di vittime. In Italia sono infatti 250.000 all’anno i feriti in incidenti stradali e circa 3.400 i morti che si sommano ai 56.000 i decessi causati dall’inquinamento. Le città, ovviamente, concentrano l’80 % di questi numeri. A Livorno sono otto le vittime per “incidenti” stradali ogni anno. Che poi l’inquinamento sia una concausa del diffondersi di un virus come il Covid 19 questo ormai lo sanno tutti.
Poche campagne sono state fatte per raccontare questa tragedia e poche misure, fino adesso, sono state prese. Eppure se ce le l’avessero detto ci saremmo comportanti esattamente come ci siamo comportati con l’epidemia di coronavirus: saremmo stati responsabili e avremmo evitato di piangere tutti questi morti.
Non lo sapevamo che fare spostamenti non strettamente necessari con un’auto o un motorino in città è così dannatamente e inutilmente pericoloso? Eppure a pensarci bene qualche indizio l’avevamo: chi di noi non conosce personalmente qualcuno che abbia avuto un grave “incidente” stradale? Che dire dei tragici report annuali realizzati dall’ ACI insieme all’Istat da quasi trent’anni? Forse non li abbiamo compresi?
Dobbiamo forse credere a un ridicolo complotto ordito da poteri occulti per nasconderci che quasi la metà degli spostamenti in città sono più brevi di tre km e che per coprirli sono sufficienti 10 minuti e una bicicletta? E’proprio durante questi spostamenti che avvengono gran parte degli incidenti gravi causati da motorini e auto. Certo non tutti possono camminare e pedalare: qualcuno trasporta pesanti attrezzi da lavoro, altri consegnano pacchi, taluni sono troppo fragili per farlo. Se però ce l’avessero raccontata chiaramente avremmo evitato di ingolfare inutilmente le strade e avremmo fatto più spazio a queste categorie che dell’auto non possono fare a meno. Siamo stati capaci di non muoverci da casa per due mesi, giocando a tombola dalla finestra per passare il tempo e pensate che saremmo stati così inetti da non comprendere l’urgenza di giungere subito alla soluzione?
E’ indispensabile che i cittadini abbiano l’opportunità di poter usare il proprio corpo per spostarsi, anche perché purtroppo è in corso un’altra grave emergenza sanitaria: in Italia 88.000 persone ogni anno muoiono perché non fanno abbastanza esercizio fisico, non ce n’é mai il tempo in questa benedetta frenetica vita. Fateci muovere pedalando e camminando in sicurezza così faremo esercizio spostandoci, che ci vuole. Perché si continua a dire che noi Italiani non siamo come gli olandesi? Noi siamo meglio degli olandesi!
Dopo un intero secolo dedicato a disegnare città a misura di auto, ci siamo accorti di aver sbagliato. Ci voleva una Pandemia per risvegliarci? Decenni a cercare di infilare auto ovunque, anche negli interstizi urbani più fantasiosi, sottraendo spazio pubblico a tutto e a tutti, per primi ai nostri figli, calpestando monumenti e danneggiando il turismo, impedendo ai disabili di spostarsi, e a tutti gli altri di muoversi con efficienza.  Andavamo più veloci al tempo delle carrozze a cavallo.  Perché? Ma è naturale: perché era necessario venderci quelle costosissime auto che poi lasciamo ferme in sosta per il 95% della loro vita. Ciascuno è libero di possedere quante auto vuole, basta che poi non pretenda di lasciarle tutte in strada. La strada appartiene alle persone.
L’auto è un oggetto straordinario, una formidabile produzione di ingegno che impregna la nostra cultura e ne subiamo comprensibilmente il fascino. L’auto è come il martello: una incredibile invenzione (provate a battere un chiodo senza) ma se usata a sproposito può massacrarci le dita. Con le auto facciamo così: continuiamo a massacrarci le dita. Solo che le dita nel caso delle auto (e dei motorini) contano centinaia di migliaia di vittime ed il 6% del PIL ogni anno. Non possiamo più rimandare, dobbiamo imparare ad usare il martello.
L’occasione, tristemente, arriva adesso con le cosiddette fasi 2 e 3 della pandemia. Durante il Lockdown abbiamo misurato i livelli di inquinamento solitamente emessi da auto e motorini trovandoli ridotti alla metà e il numero di quelli che continuiamo a chiamare “incidenti” stradali, ridotti addirittura del 70%. La paura di un riversarsi indiscriminato delle auto e dei motorini sulle strade cittadine, amplificata dalla impossibilità di usare i mezzi pubblici a causa del necessario distanziamento sociale, ha finalmente sollecitato molti nostri amministratori, nel Parlamento e nei Comuni, a realizzare in fretta strategie per risolvere il grave problema del martello usato a sproposito.
Milano, Bologna, Torino, Firenze, solo per citare alcune città, si stanno muovendo in questo senso: Incentivare con decisione i cittadini a sostituire gli inutili spostamenti in auto e motorino con spostamenti a piedi e in bicicletta.
Leggendo le dichiarazioni della nostra Assessora Giovanna Cepparello sembra che a Livorno si voglia seguire la medesima strada. E’ necessario “ripensare alcuni aspetti legati al nostro stile di vita”, così si appella Giovanna Cepparello ai Cittadini. Molto bene ma è necessario agire in fretta, sia comunicando che realizzando le infrastrutture necessarie.
Sono sicuro che, se adeguatamente informati, i cittadini che dovranno modificare le proprie abitudini non percepiranno alcuna limitazione alla propria libertà bensì una esaltazione della libertà di tutti. Esattamente come quando ritenemmo necessario mettere sugli autobus cartelli con scritto “vietato sputare” e, anni dopo nei cinema, cartelli che recitavano “vietato fumare”, una insignificante e solo apparente limitazione della libertà di alcuni a vantaggio della libertà di tutti. Ne siamo capaci, non se ne dubiti, il nostro rigoroso comportamento durante la pandemia ne è la prova!