La bicicletta ...

"La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta"
Ivan Illich "elogio della bicicletta"

giovedì 31 gennaio 2013

Alcune considerazioni sulla sicurezza- di Luciano Chirici


Il riferimento a quanto dichiarato, alcune settimane fa, dal Presidente dell’ACI Livornese circa l’impegno esagerato che l’Amministrazione Comunale dedica alla costruzione delle piste ciclabili offre l’occasione per alcune riflessioni. Ne è l'occasione anche la tragica morte di un ciclista proprio questa mattina in via del Levante a Livorno.

L’uso della bicicletta nella mobilità cittadina è naturalmente limitato dalle attuali condizioni di circolazioni che risultano pericolose. Le cause ricorrenti degli investimenti di ciclisti da parte degli autoveicoli sono attribuite dagli organi di polizia a:
- mancato rispetto del segnale di “Stop” o del diritto di precedenza ;
- mancato rispetto del margine laterale destro
In entrambi casi la sistematica sottostima dei ciclisti da parte dei conducenti degli autoveicoli è all’origine degli ’incidenti. Il ciclista è relativamente lento , poco visibile e vulnerabile rispetto agli utenti “pesanti “ . La sua sicurezza dipende dalle caratteristiche del percorso ma anche , in gran parte dalle sue capacità fisiche, il suo equilibrio , la sua agilità, la rapidità dei suoi riflessi e, molte volte, dalla sua esperienza di saper anticipare il comportamento dei guidatori degli autoveicoli. . In assenza di infrastrutture che consentano la circolazione in sicurezza, nell’approccio tra le zone abitative periferiche e il centro cittadino, l’utente sceglie l’itinerario diretto magari usando , quando ci sono gli ampi marciapiedi perche l’invasione delle auto , specialmente con la sosta al lato della carreggiata, naturale percorso dei ciclisti, ha creato una mancanza di sicurezza che ha contribuito all’incertezza sull’uso del mezzo a due ruote. I bambini costituiscono un gruppo a parte ,meno capaci degli adulti di scegliere il loro itinerario in funzione delle loro capacità hanno bisogno di essere guidati e protetti. I percorsi verso le scuole meritano dunque una attenzione particolare ed i tecnici potrebbero avvalersi dei suggerimenti dei genitori e degli scolari per la scelta di itinerari sicuri.
Queste ragioni inducono a considerare ciclisti e pedoni non solo categorie a rischio per ragioni oggettive , ma anche categorie soggettivamente deboli di fronte alle insidie del traffico .Solo con il supporto di efficaci e diffuse misure di sicurezza si può sperare di ampliare la fascia dei ciclisti urbani . Questi hanno necessità di usufruire di attrezzature per il loro spostamento che siano immediatamente individuabili sia per chi le usa ma anche per chi le deve rispettare con continuità.
E’ da ritenersi , quindi , che offrire al ciclista urbano ( compreso anziani e bambini ) una rete funzionale di piste ciclabili , che consenta di spostarsi nei diversi punti della città in sicurezza sia una condizione essenziale per sviluppare l’abitudine all’uso della bicicletta, un mezzo che occupa poco spazio, non fa rumore , non inquina l’aria. Quanto L’Amministrazione Comunale livornese sta effettuando in tal senso è da considerarsi, pertanto, essenziale e positivo.
Riguardo al casco, qualcuno probabilmente desidera, rendendo il casco obbligatorio ai ciclisti, mettersi in pace con la propria coscienza. E così ancora una volta si cerca un alibi per rinviare la soluzione del problema, che dovrebbe essere quella di mettere al sicuro la mobilità limitando fortemente l’uso delle auto e lo spazio ad esse dedicato. Luciano Chirici

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